Con il tempo arriva l’esperienza, con il mio storico amico Gianluca sapevamo che avremmo avuto pochissime possibilità di trovare un foliage degno di questo nome, per cui avendo poco tempo, un solo giorno, con poche possibilità di scelta del luogo migliore, ci dirigiamo verso Monte Livata, il giorno dopo sarebbero arrivate le piogge che avrebbero spogliato le chiome degli alberi, partiamo coscienti che avremmo potuto trovare molte foglie già cadute. Ed invece abbiamo trovato, prima di tutto, una luce meravigliosa e zone, le più protette dal vento, che ancora mostravano uno degli spettacoli della natura più intensi, il foliage autunnale.
Avevamo percepito che il venerdì avrebbe nevicato abbondantemente, e che la prima neve, nella sua purezza, dura poco; è leggera spolvera a bassa quota per poi poggiarsi su qualunque superficie, anche i rami secchi più esili. Per cui ci dirigiamo verso Monte Livata e Campo dell’Osso il sabato mattina, e salendo comprendiamo che le nostre previsioni si erano perfettamente avverate. Superata Subiaco le strade mostrano i boschi circostanti imbiancati con delicatezza.
Monte Livata fa parte della catena dei monti Simbruini ed è alto circa 1430 m.s.l.m., è la cosiddetta montagna di Roma, per via della vicinanza, ma come spesso capita, i romani non apprezzano ciò che è loro accessibile; da una parte non mi dispiace perché posso godere di luoghi incontaminati senza troppo caos. D’altra parte le potenzialità di molte aree fuori Roma potrebbero accrescere l’economia turistica nel rispetto del territorio.
