Foto Eremo delle Carceri ad Assisi

La visita all’Eremo delle Carceri ad Assisi mi era stata descritta, da chi l’aveva visitata qualche anno fa, come un luogo dove il silenzio è la regola e la meditazione la pace interiore, chiarendomi che all’interno sono gli stessi frati francescani che ammoniscono chiunque non rispetti le regole; dentro di me ho anche pensato che non sarei nemmeno riuscito a scattare fotografie.

L’Eremo delle Carceri si raggiunge seguendo le indicazioni che da Assisi portano alle pendici del monte Subasio, prima in possesso dei monaci benedettini fu donato a San Francesco per “carcerare” la meditazione, principalmente si tratta di un bosco di lecci, dove furono edificate cappelle primitive e ricavate grotte di meditazione.
Nei secoli seguenti fu poi ampliato inglobando le strutture esistenti, entrando un cartello ammonisce di restare in silenzio, di vestire in modo congruo, l’entrata agli animali è vietata, così come anni fa si preferiva non portare i bambini per non disturbare chi era in cerca di meditazione e silenzio.

Il luogo è bellissimo, intenso, la luce del sole filtra creando raggi di luce che attraversano a stento il fitto bosco, la magia iniziale viene però improvvisamente rotta dai primi schiamazzi di due bambini presenti con i genitori, gruppi di turisti che parlottano senza il minimo scrupolo fino alla scena che mai mi sarei aspettato di vedere in questo luogo; gruppo di adolescenti che si lancia da un dirupo verso una zona di meditazione smontando letteralmente una panca di legno.

Cerchiamo un po’ di pace su una piazzola a terrazza che affaccia sul sottobosco, il viavai di persone non ci risparmia nemmeno questo momento, non ho parole, tanta rabbia e frustrazione, mi considero da sempre laico, ma ho sempre rispettato i luoghi di spiritualità e la fede di chi crede in un dio.
All’uscita ci viene riferito che questo degrado è dovuto anche al cambiamento generazionale dei frati non più attenti a far rispettare le regole del silenzio e della meditazione.

L’esperienza all’Eremo delle Carceri mi fa però riflettere sul degrado culturale e spirituale che viviamo attualmente, a prescindere dall’aspetto religioso, il turismo non più legato all’arricchimento culturale, ma alla quantità di luoghi visitati, tanto per dire ci sono stato anche io.
Genitori non più in grado di educare i figli ai quali viene permesso di tutto, adolescenti ormai fuori controllo, gruppi di turisti che sembra siano lì casualmente, una fetta consistente di società che vorrei non incontrare mai, specialmente in quelle poche occasioni in cui ho la possibilità di trovare un po’ di pace e silenzio.

Nonostante ciò, consiglio di visitare questo luogo, eventualmente nei giorni feriali, oppure la mattina presto all’apertura, allego piccola galleria fotografica.



Vincenzo Sagnotti © Tutti i diritti sono riservati. Si vieta la copia, l’estrazione, il collegamento ed ogni altro uso, in qualsiasi forma, non espressamente autorizzato di ogni materiale ed informazione contenuta nelle pagine del sito.